Alla Vineria di Principi è stato un successone. Con l’introduzione e la presenza di Andrea Putzu, Presidente dell’associazione ASD Real di Porto Sant’Elpidio e consigliere provinciale, l’assessore alla cultura del comune di Porto Sant’Elpidio Dott.ssa Annalinda Pasquali e l’assessore alla cultura della Provincia di Fermo, Dott. Roberto Buondonno, la presentazione del libro Apologia del piano B, coordinata dal giornalista Giulio Brillarelli, si è sviluppata con l’intervista e lo scandire di spezzoni musicali descritti all’interno nel libro.
Più di sessanta i presenti che hanno partecipato con sorprendente attenzione all’evento. Elisa poi ha letto brani di Apologia del piano B, anche quelli ‘meno delicati’ che parlano di pisciate per le strade e cazzi all’aria. Ma cose volete che sia, Apologia del piano B è così che è nato, è così che lo avete assimilato ed è così che sarà anche ricordato.
Bello il locale, belle persone e Alessandra, la titolare della Vineria, molto coinvolta dall’evento ha dichiarato che odia Michele Santoni, che mentre lo leggeva non lo sopportava, non vedeva l’ora che se ne andasse dalle pagine che scandivano la storia, come se fosse una insopportabile spina nella gola mentre stai mangiando un succulento pasto a base di prelibato pesce.
Michel Santoni: sei una merda!
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Tratto dal romanzo Apologia del piano B
Michele Santoni ha ventotto anni, è il più giovane di tutti noi e queste sono di solito il tipo di storie che racconta. Lui è un fan sfegatato di Vinicio Capossela che venera come se fosse il suo dio personale. Si vanta di essere stato ai primi concerti dell’artista emiliano quando ad assistere all’evento musicale c’erano solo “quattro cagnacci”. È alto quasi un metro e novanta, è asciutto e prosciugato in tutti i sensi ed è sempre abbronzato causa abbonamento annuale al centro benessere. Ha i capelli di un pulcino che è in procinto di diventare un gallo, corti ai lati e costantemente irsuti e ingellati al centro. In ogni occasione ha a portata di mano il collirio per rischiararsi gli occhi venati di sangue. Ha una laurea in economia, un passato burrascoso e un presente tempestoso, gli occhi da matto e un impiego in banca settore transazioni estere. È uno dei pochi macinatori di vagine che conosco e uno che ha ballato per venti ore di fila nelle discoteche di Ibiza. È un accattivante affabulatore e l’eccesso è il suo stato ordinario. Un piccolo Oscar Wilde dei nostri tempi anche perché come ama definirsi, e come cerca di nasconderci, è pure una “vecchia transa”.
La fila finalmente si è sbloccata e procediamo spediti ora a centocinquanta chilometri orari.
«Quando cazzo ci fermiamo a prendere le birre?».
«Sta’ buono Michele, nell’ultima ora abbiamo fatto solo dieci chilometri, siamo in autostrada, mica di fronte a casa tua! E poi cazzo parli tu, che hai dormito sino ad adesso».
«Scusa piccoletto, è che c’ho la gola in fiamme» mi mostra così la sua gola con la lingua allungata come una corda tesa, avvicinandosi al mio viso e quasi leccandomi l’orecchio. Gli do una gomitata per staccarmi di dosso la piattola e balliamo di nuovo. La macchina ondeggia sotto le note di Crazy di Gnarls Barkley.