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Mi hanno criticato aspramente perché ho affiancato la figura del libro a ‘personaggi criticabili e criticati’ (tutti, ma proprio tutti mi hanno criticato… tranne i miei amici che si sono divertiti in queste serate con i ‘personaggi criticabili e criticati’).
Mi hanno criticato per il mio linguaggio a volte scurrile (spiegatemi allora ma come cazzo uno deve scrivere?)
Mi hanno criticato pesantemente di essere un misogino (un bel po’ di donnine e anche qualche ometto schierato col mondo intero).
Mi hanno criticato perché ho distribuito gratis tramite internet il file di Apologia del piano B (gli esperti di editoria qual io non sono e gli altri che mi dicono che ora vendo di meno dopo che 6000 persone se l’hanno scaricato gratis… io vendo e continuo a vendere, a un euro a copia: sono questi i cachet di chi ci prova, a scrivere e poi a vendere per mai viverci).
Nel frattempo, facendomi i gargarismi con tutte queste critiche per gargarozzi infiammati, ho continuato a sviluppare il progetto polimorfico imperniato sul libro Apologia del piano B.
Apologia del piano B il 22 aprile sarà un rappresentazione teatrale da me scritta, diretta e interpretata presso il cinema Arlecchino di Monte Urano. Parteciperanno una quindicina di persone tra attori, ballerine, cantanti e musicisti. Altro che.
Mi criticheranno pure per questo, ne sono sicuro.
Stiamo poi girando, sotto la regia del mitico Ste’ – che ha ripreso finalmente la patente dopo l’esilio napoleonico per condivisibili colpe alcoliche – un cortometraggio: un formidabile book-trailer che sono sicuro vi sorprenderà.
Non lo so se per questo mi criticheranno. Forse sì.
Critiche e critici, criticatori e criticatrici, criticanti e criticologi… (provate a rileggere veloce, è uno scioglilingua gustoso)
MA CHE TE VUOI CRITICÀ QUA, che te vuoi criticà…
Se si lotta per una passione con i 4 mezzi che abbiamo a disposizione mettendosi fortemente in discussione, cosa c’entra prendersela con i soggetti arditi che di tale lotta ne sono i fautori?
Cosa c’entra prendersela con loro? Sarà forse che loro hanno il coraggio che noi non abbiamo?
Alla fine ciò che emerge è che, in mezzo a tutto questo criticame (e vai, me ne invento un’altra di parola, tanto ho ricevuto pure critiche per come distorco i vocaboli italici) e ai miei plurimi e indispensabili/futili impegni esistenziali, mi manca proprio scrivere.
Ne ho un altro in testa ma non ho tempo.
Ne ho un altro in testa, limpido e scioccante.
Ne ho un altro in testa, cazzo.